Carla Sodini
Lucca, il “Pannunzio”, Quaglieni

Ho conosciuto Pier Franco Quaglieni nel 2009, a Lucca, un anno prima delle celebrazioni per il centenario dalla nascita di Mario Pannunzio.

Era venuto nella mia città per una conferenza e per prendere accordi con l’allora Assessore alla Scuola, dott. Donatella Buonriposi, in merito all’organizzazione di alcune iniziative legate a questa ricorrenza. Pannunzio è, infatti, nato a Lucca nel 1910 come del resto anche Arrigo Benedetti, altro importante giornalista e direttore di periodici nonché grande amico del fondatore de “Il Mondo”.

Da poco avevo cominciato a interessarmi del rapporto di collaborazione e solidarietà fra i due e l’arrivo di Quaglieni a Lucca mi parve un’occasione eccellente per conoscere non solo uno degli studiosi più importanti di Pannunzio ma anche per chiedergli chiarimenti su alcune difficoltà che stavo incontrando nelle ricerche. Non dimentichiamoci che Pier Franco è stato, fra l’altro, uno dei fondatori del Centro “Pannunzio”, nato nel 1967 dal gruppo piemontese degli amici del settimanale, assieme a Arrigo Olivetti e Mario Sodati. Ci incontrammo in un locale storico cittadino, purtroppo ora chiuso, il famoso ex caffè Caselli, nel tempo luogo d’incontro di pittori, scrittori, musicisti e poeti, inclusi Giacomo Puccini e Giovanni Pascoli. Restai un po’ intimidita dalla figura autorevole e riservata dello studioso che ascoltava educatamente il parlare un po’ confuso delle persone che gli sedevano accanto, le medesime che lo avevano ufficialmente accompagnato in una breve visita alla città. Fui quindi sorpresa quando, esponendogli i motivi della mia presenza, mi prestò subito attenzione. Poi, con un sorriso garbato e complice, mi fece cortesemente notare, un po’ divertito, un po’ scandalizzato, come la scritta “toilette”, facesse bella figura di sé, sul muro di fronte, proprio sotto il quadro di Giacomo Puccini. Così abbiamo cominciato una bella amicizia fatta di rispetto e di interessi condivisi. Più volte, nei momenti più difficili del mio libro su Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti, sono andata a Torino per consigliarmi con lui e sottoporre al suo parere le pagine più complesse. È difficile trovare un ascoltatore più attento di Pier Franco Quaglieni, in un ambiente, di solito, dominato dall’egocentrismo e dagli egoismi. Non è soltanto un autore prestigioso ma anche un grande promotore di cultura nel vero senso della parola, pronto sempre ad aiutare gli altri con la sua esperienza. Questo è, a mio avviso, uno dei tratti distintivi della sua personalità e del suo carattere, una dote rara e preziosa. Come cittadina di “nation lucchese” gli sono grata, oltre che per il suo aiuto e l’amicizia, anche per avere ricordato ai miei concittadini che a Lucca sono nate, nel medesimo anno, due delle figure più importanti del giornalismo del Novecento e per avere promosso, proprio nella città in cui era nato, iniziative di grande prestigio culturale in memoria di Pannunzio e del suo periodico più noto “Il Mondo”. Quaglieni è stato perciò lo studioso che ha più strettamente legato il nome di Pannunzio a Lucca ricostruendone attentamente il percorso giovanile e facendo porre sopra l’ingresso della casa in cui era nato una lapide commemorativa. L’uomo quindi che ha riconsegnato alla città un pezzo della sua storia strettamente legata alla tradizione e alla cultura liberale. Quaglieni è anche molto altro, lo storico del Risorgimento, lo studioso del pensiero di Croce, il Direttore Generale del Centro “Pannunzio”, un grande animatore del dibattito anche politico attuale, l’intellettuale sempre attento ai fatti grandi e piccoli di ingiustizia sociale. Per me comunque, resterà per sempre, il signore elegante che, con un sorriso e un tocco d’ironia, seppe comunicarmi la sua disponibilità a un’amicizia che, spero, possa durare per tantissimi anni ancora.

Quaglieni, Massimo Gramellini
Pier Franco Quaglieni con Massimo Gramellini, vincitore del Premio “Albingaunum”

Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”