Tito Lucrezio Rizzo
costantemente rispettoso delle opinioni altrui

Pier Franco Quaglieni, apostolo della cultura come strumento di elevazione morale e civile.

Compendiare in poche righe la figura di un uomo dello spessore culturale di Pier Franco Quaglieni non è agevole, data la poliedricità degli interessi che costantemente lo hanno animato, spaziando dalla storia alla filosofia, dalla politica al giornalismo, dall’arte alla letteratura: campi tutti che, nella loro eterogeneità, possono mirabilmente ricomporsi in una sintesi unitaria attraverso l’interpretazione acuta e libera da ogni condizionamento ideologico, compiuta da quel liberale puro che è Quaglieni. Costantemente rispettoso delle altrui opinioni e coerentemente impegnato al fruttuoso confronto con esse, ha seguito l’insegnamento einaudiano circa la fecondità dei dibattiti, dai quali soltanto nasce la volontà comune, con “la gioia – diceva il Presidente – di essere costretti a poco a poco dalle argomentazioni altrui, a confessare a se stessi di avere, in tutto o in parte torto, ed accedere, facendola propria, all’opinione di uomini più saggi di noi”.

Questo è lo spirito che anima Quaglieni, proiettato sul Centro “Pannunzio” quale promotore di una cultura intesa non nel senso meramente scolastico, bensì come strumento di quella elevazione dello spirito, che solo il sapere può consentire. In antitesi all’uomo colto, si pone quello “incolto, grezzo, incivile”, uso ad atteggiamenti di intolleranza, di superstizione, di integralismo, di aggressività, perniciosi all’ordinato vivere all’interno di uno Stato democratico, come alla pace tra le Nazioni. Avendo Quaglieni combattuto tutto ciò, non a caso nel 1998 la Fondazione “Popper” di Vienna realizzò un libro su di lui e sulla sua attività culturale, dal titolo Professore di Libertà, raccogliendo più di un centinaio di contributi altamente significativi.

Alla luce degli insegnamenti dell’A., si evidenzia che non è configurabile, innanzi al desolante scadimento del costume politico – nelle forme e nella sostanza una divaricazione tra azione politica ed azione morale; né è accettabile che possa professarsi una morale pubblica antitetica a quella privata: l’Uomo morale è un tutt’uno inscindibile nella sua persona. Partendo da siffatto presupposto, anche le difficoltà dell’economia debbono affrontarsi non alla luce di un liberismo economico incontrollato, che non può assurgere a regola morale in quanto volto all’utile individuale; ma alla luce di un liberalismo che, come filosofia dello spirito, ammette certo la libertà economica, ma nella superiore cornice dell’innalzamento del benessere comune, secondato da un sistema di libertà, il quale soltanto è in grado di promuovere la vita morale nella sua interezza.

La crisi economica è legata al profondo degrado morale – puntualmente sottolineato da Quaglieni – per l’essersi smarrita la centralità della dignità dell’Uomo e del senso autentico della politica, dato che la vita morale abbraccia indistintamente tutti gli uomini di governo e di opposizione, se persone di buona volontà e miranti alla nobile causa del progresso dei cittadini. Ciò in un’armoniosa “concordia discors”, che è il sale della democrazia e la distingue dai sistemi totalitari: lo insegnava ieri Benedetto Croce, lo ripropone oggi il Centro guidato da Quaglieni.

Quaglieni
Pier Franco Quaglieni pronuncia l’orazione ufficiale in occasione dello scoprimento della lapide apposta ai Murazzi di Po, in ricordo del nobile gesto compiuto da Mario Soldati adolescente, che si gettò nel Po per salvare un suo coetaneo (2011)
Quaglieni
Un discorso di Pier Franco Quaglieni su invito del Comune di Torino (2011)

Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”