È stato ed è in molte giurie di premi letterari, alcune delle quali ha anche presieduto. Quaglieni ha una pessima opinione dei premi letterari italiani, ricordando come Pannunzio ne fosse stato fustigatore implacabile, ma preferisce impegnarsi per renderli migliori.
Attualmente presiede i premi “Mario Pannunzio”, “Mario Soldati” “Albingaunum Romano Strizioli”, fidandosi ciecamente delle Giurie che ha formato e delle persone che più strettamente collaborano con lui.
Per i due primi premi vanno ricordati Vanna Nocerino, Luisa Cavallo, Giancarlo Borri, Carla Piccoli. Per il Premio “Albingaunum” Vittoria Barroero e Gianni Ballabio e lo stesso Romano Strizioli.
Le altre presidenze le ha cedute, anche polemicamente, giungendo a rifiutarsi di partecipare alla cerimonia di consegna dei premi, laddove ha constatato la poca chiarezza che li caratterizzava.
Poi c’è una presidenza atipica: quella del Premio di Alta Gastronomia “Mario Soldati”, l’amico di quasi trent’anni con cui ha condiviso molte iniziative, in primis il “Pannunzio”, ma non solo.
Soldati è stato un grande gastronomo, da cui gli attuali vip della gastronomia apparentemente genuina e ruspante hanno copiato tutto o quasi, senza ovviamente mai nominarlo.
Il Premio, molto affine all’Accademia italiana della cucina di cui egli è accademico onorario dal 2010, intende riconoscere persone e locali che preservino la tradizione della cucina italiana, come fece Soldati con le sue trasmissioni televisive e i suoi libri. Si tratta di premi sobri e persino austeri come avrebbe voluto Pannunzio.