Virginia Azzarone
Amante della battaglia “a viso aperto”

Non si potrebbe capire Quaglieni senza sapere del suo amore per i gatti (che adesso non ha più, ma ha sepolto, con tanto di lapide, nel suo giardino della casa di campagna) e, soprattutto, dal 2000 per l’inseparabile bassotto. Quaglieni, che precedentemente collezionava bassotti in vetro, argento, bronzo e continua a collezionarne, attribuisce la sua passione alla lettura del “Corriere dei piccoli” e al mitico personaggio del Signor Bonaventura con il suo inseparabile bassotto: infatti nella sua collezione ha anche un prezioso Bonaventura Lenci con tanto di bassotto, ma sarebbe riduttivo fermarsi alle apparenze.

Ama dire che il bassotto non è un cane, ma è un amico. Il bassotto è dinamico e velocissimo, è un cuor di leone disposto a vedersela con avversari agguerriti e spesso assai più grossi di lui: volpi e tassi, ma anche pastori tedeschi. Non è un cane da salotto, come molti potrebbero pensare. È un combattente.

Il Sindaco di Torino Fassino possiede anche lui un bassotto.

Forse c’è un filo ideale che lega il bassotto prediletto, Bella, al suo “padrone”: l’amore per la battaglia a viso aperto.

Per poter stare vicino a Bella, da anni rinuncia a vacanze particolari, non volendo rinchiuderlo in un pensionato che pure è un canile di lusso. C’è un legame tra di loro che neppure il caldo torrido d’agosto riesce a spezzare. Senza Bella, Quaglieni si sentirebbe perduto.

Giulio De Benedetti, Pier Franco Quaglieni, Nino Puliatti, Nicol� Carandini, Arrigo Benedetti
Da sinistra Giulio De Benedetti, Pier Franco Quaglieni, Nino Puliatti, Nicolò Carandini, Arrigo Benedetti al Centro “Pannunzio” (1971)

 

Pier Franco Quaglieni, Raffaele Matino, Arrigo Benedetti
Da sinistra Pier Franco Quaglieni, Raffaele Matino, Arrigo Benedetti (1969)

Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”