Mai come in questa circostanza, ho desiderato trovare le parole giuste per dire quello che è nel profondo del mio cuore.
Il professor Quaglieni è stato ed è per me un sempre caro e fedele amico. Amico mio, ma in particolar modo amico di Carlo. Ne conosceva ogni sfumatura intellettuale, lo conosceva come storico, avevano insieme un profondo senso di giustizia e di apertura a qualsivoglia anelito di libertà.
Il professor Quaglieni è stato, lo è e lo sarà sempre, pronto nel ricordo più vivo e più sincero.
Ricordo, come fosse ora, il suo intervento a “La Stampa” nel 2007, quando ancora non si era sopito il generale terrore disumano per le BR. Il Professore parlò con tale calda fermezza e fece un quadro intelligente e significativo del momento.
Fu nuovamente vicino a noi, con gesto di tenero fratello, quando nel 2012 ricordò Carlo proprio davanti al portone di corso Re Umberto, dove accadde il tragico episodio. Fu una commozione generale. Ci parlò di Carlo come uomo di tutti i giorni, come giornalista, come idealista, ma in particolar modo – con voce ben ferma e vibrante – come “servitore dello Stato”.
Al professor Quaglieni dobbiamo anche la costituzione del Comitato “Carlo Casalegno”, fondato nel 1998, contro il perdonismo e l’oblio delle vittime. Anche quella volta le sue parole furono incisive, forti, profonde da giungere al cuore di tutti.
Grazie Pier Franco, grazie Mara, cari, preziosissimi amici.