Ennio Di Stasi
lo studioso delle foibe e il difensore della causa giuliano dalmata e fiumana

Ha scritto recentemente Pier Franco Quaglieni che lui, giovane laureato in lettere ad indirizzo storico, agli inizi degli Anni Settanta venne a conoscenza di foibe ed esodo, frequentando lo scrittore Giovanni Arpino, nativo di Pola e la poetessa Liana De Luca, nativa di Zara ed aggiunse che ne sentì accennare poco e male solo in alcuni colloqui con Aldo Garosci, il maestro di cui, insieme a Galante Garrone, divenne successivamente amico. Lo stesso Quaglieni ricordò in un suo articolo un suo compagno di scuola che era figlio di esuli e che mai parlò nell’arco del triennio della scuola media della storia personale sua e della sua famiglia, forse per il clima di conformismo che prevaleva a Torino in quegli anni.

Non fu un caso isolato perchè furono gli scrittori ed i poeti i primi a scrivere e parlare di un tema di cui non si sarebbe dovuto né scrivere né parlare. Allora le foibe erano semplicemente cavità carsiche e nessuno diceva che in quelle cavità furono uccisi circa 1015 mila italiani tra il 1943 e il 1945.

Qui invece va detto che Quaglieni è stato tra i primi storici ad occuparsi di foibe ed esodo con saggi ed articoli, con conferenze e lezioni.

È stato Quaglieni a sostenere nei suoi scritti il riconoscimento del 10 febbraio giorno del ricordo, come testimonia la sua partecipazione insieme agli onorevoli Violante e Fini alla prima commemorazione tenutasi solennemente a Palazzo Carignano di Torino il 10 febbraio 2005.

In quella occasione conobbe e divenne amico del Presidente nazionale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia senatore Lucio Toth il quale, visto che si trattava anche di un valente relatore, lo volle spesso in occasioni ufficiali in giro per l’Italia a ricordare il 10 febbraio o a parlare semplicemente dei temi drammaticamente cari agli esuli giuliano dalmati.

E fu anche in quella occasione del 2005 che iniziò un dialogo con il Presidente Luciano Violante, dialogo destinato a durare nel tempo.

Spesso ha anche presentato al Centro “Pannunzio” libri di memorie storiche legate alla tragedia delle foibe e alla terribile esperienza dell’esodo.

Tutti noi esuli, figli, nipoti di esuli o semplici simpatizzanti della Causa dobbiamo ringraziare il coraggioso professore torinese che non esitò a far sua quella causa. Il senatore Toth avrebbe voluto insignirlo del riconoscimento di socio onorario dell’Associazione, ma poi inspiegabilmente la proposta non ebbe seguito.

Ma al di là di questo fatto inspiegabile restano le battaglie di Quaglieni che non esitò mai a condividere le ragioni degli esuli. Fu lui a segnalare per la Medaglia d’oro al Valor Civile al Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Gaetano Gifuni la giovane Norma Cossetto, martire esemplare della violenza titina, che ne fu insignita dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi.

Achille Ragazzoni, Pier Franco Quaglieni
Pier Franco Quaglieni riceve da Achille Ragazzoni, Presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento, la Medaglia Commemorativa dei fatti di Aspromonte al termine di una sua lectio magistralis a Bolzano nel 2012

Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”