Quando, ormai molti anni fa e dopo la mia elezione a Consigliere comunale di Torino, entrai in contatto con il Centro “Pannunzio”, di cui conoscevo la lunga e qualificata presenza culturale nel panorama italiano, scoprii un impegno associativo intenso e vario, accompagnato a un grande entusiasmo e, soprattutto, a una gestione rigorosa e trasparente.
Scoprii anche che, accanto a un Comitato Scientifico di alto livello, un gruppo dirigente di volontari colti e appassionati e centinaia di affezionati soci, muoveva le fila di questa organizzazione complessa l’impegno personale e culturale di Pier Franco Quaglieni, quotidianamente al servizio del Centro, punto di riferimento insostituibile per ogni socio, destinatario di più di un premio culturale in Italia e all’estero.
Sotto la vigile guida del professor Pier Franco Quaglieni, il Centro “Pannunzio” ha sempre mantenuto e rafforzato la sua vocazione culturale fortemente orientata alla promozione dei valori di libertà, giustizia e indipendenza.
Recentemente ho partecipato con il professor Quaglieni a una manifestazione di commemorazione di zia Rita ad Andora, organizzata dalla locale sezione del “Pannunzio”.
Il Centro “Pannunzio” infatti ha da tempo iniziato un’azione di proselitismo diffuso in molte altre città italiane.
In un momento nel quale il Paese subisce una crisi epocale, che giudico oltre che economica, profondamente morale, auspicherei, come socia, che questo allargamento del Centro si estendesse a tante altre realtà italiane.
Ecco perché, con i miei auguri più sentiti a Pier Franco, mi permetterei di assegnargli un nuovo compito, quello di ambasciatore del “Pannunzio” nel nostro Paese, attualizzando con altri contenuti quel viaggio attraverso l’Italia che il compianto Presidente del Centro, Mario Soldati, intraprese con successo negli anni Cinquanta.