[...] Non ho foglietti, non ho testi già scritti, forse ho fatto male, ma non me ne vorrà Pier Franco Quaglieni se dirò quello che porto nel cuore e nella mente ogni giorno. L’amore per la scuola, l’amore per la cultura e l’amore per l’arte. Che c’entra? C’entra perchè la presenza del Provveditore agli Studi, qui, questa sera, può significare proprio questo. L’amore per la scuola, per la cultura e per l’arte come l’ha avuta Pier Franco Quaglieni in tutta la vita. Con onestà, con rigore innanzi tutto verso se stesso, con serietà. Quando c’è il primato della cultura, quando si assiste e si partecipa a riunioni come questa si può ancora sperare nel futuro della nostra società. Si può ancora sperare, nonostante tutto, in un futuro migliore. Non alludo a una o all’altra cultura, in quanto la cultura è una sola quando è vera cultura, quando è frutto di sacrificio, quando è frutto di onestà, innanzi tutto verso se stessi e non indulgenza verso se stessi e ferocia verso gli altri, ferocia mascherata, diplomatica e quindi maggiormente ferocia, ma onestà e bontà, sincerità innanzi tutto.
Sono valori che i nostri giovani devono tenere presenti senza retorica. Questa Medaglia d’Oro, è già stato detto benissimo finora, è rara. La concessione di questa medaglia è un fatto raro, specialmente ad un giovane, perché avere 46 anni veramente significa essere giovani.
[...] Il Provveditore, sarà una deformazione professionale, caro Quaglieni, il Provveditore vede con orgoglio che dalla scuola torinese che lui ha l’onore di dirigere, è uscito un grande piemontese, è uscito un grande italiano.
(Dall’intervento del Provveditore agli Studi di Torino Prof. Luigi De Rosa alla cerimonia per la consegna della Medaglia d’Oro di benemerito della scuola, della cultura e dell’arte al prof. Pier Franco Quaglieni 17 novembre 1994, Palazzo Lascaris, Torino).