Sono oramai venticinque anni che conosco il prof. Pier Franco Quaglieni ed in questi anni non ho mai avuto occasione di cambiare opinione su di lui. Grazie a lui ho avuto modo di conoscere da vicino molte personalità della cultura, tra le quali mi piace ricordare Mario Soldati e Alda Croce, e di questo lo ringrazio come cittadino, ed ancor più come uomo, per il sostegno che mi ha assicurato in un passaggio difficile della mia vita, chiamandomi a partecipare alla vita del Centro “Pannunzio”.
Uomo di grande cultura, dal respiro europeo ed internazionale, ne fa un uso assennato, mettendola al servizio di una causa che non ha mai tradito: quella dell’approccio laico e liberale ai temi della nostra società. Del resto, basta leggere il suo curriculum per rendersi conto del grande contributo dato alla cultura del nostro Paese.
Animato da una grande passione, non è mai venuto meno al suo modo di essere, assumendosi spesso il compito di affrontare temi scomodi, ignorati dalla “vulgata” dominante e dalle posizioni di comodo, di cui è testimonianza ultima la recente presentazione del volume Ricordare stanca di Massimo Coco, figlio della prima vittima delle Brigate Rosse. Uomo di libertà, mai succube del potere a turno dominante, ha dato e dà un contributo essenziale alla diffusione del pensiero laico e liberale, sia attraverso la sua attività sia con l’inimitabile animazione del Centro “Pannunzio”, di cui è stato cofondatore, assicurando un impegno unico e ineguagliabile che ha consentito in questi anni di non smarrire il patrimonio culturale di Mario Pannunzio.