Piero Bianucci
sostenitore della cultura a 360°

Conosco Pier Franco Quaglieni fin dagli anni nei quali assunse la direzione del Centro “Pannunzio”. Lavoravo allora alla “Gazzetta del Popolo”, dove mi occupavo della Terza Pagina (una forma giornalistica estinta), del Diorama Letterario (storicamente la prima pagina dei libri pubblicata da un quotidiano: a fondarla fu Lorenzo Gigli tra le due guerre) e della rubrica che ospitava la posta dei lettori. Tutte queste mie attività mi portarono presto a incontrarmi con Pier Franco Quaglieni. Le vivaci iniziative culturali del Centro “Pannunzio” erano infatti spesso argomento di articoli in Terza Pagina o nel Diorama Letterario e tra gli articoli e le lettere che arrivavano nella redazione di corso Valdocco erano abbastanza frequenti quelli firmati da Quaglieni, ora come direttore del Centro ora come semplice cittadino. Sarebbe difficile ora ritrovare quegli interventi, brevi, incisivi, talvolta polemici, sempre appropriati: ma se un giorno qualcuno avrà la pazienza di sfogliare la raccolta della scomparsa “Gazzetta del Popolo” troverà in quei testi l’espressione di una sensibilità democratica e, insieme, una concezione del giornale come servizio e come strumento di crescita democratica.

All’epoca, su temi emergenti, la “Gazzetta” organizzava anche “tavole rotonde” presso la sede del giornale, dibattiti che venivano registrati e poi pubblicati in Terza Pagina. Ricordo un Quaglieni attore partecipe di queste iniziative e in particolare di quelle che avevano sullo sfondo questioni legate alla cultura torinese.

Ora, dopo tanto tempo, occupandomi essenzialmente di informazione scientifica, c’è un altro aspetto che vorrei richiamare in queste poche righe, ed è l’attenzione che Pier Franco Quaglieni ha sempre riservato e riserva all’incontro tra le due culture, la scientifica e l’umanistica. Anzi, la sua profonda convinzione che ci sia in realtà una sola cultura che le integra entrambe, innestandovi oggi anche una terza cultura, quella tecnologica.

Penso a manifestazioni come quelle dedicate a Primo Levi chimico e scrittore; o a quando mi fu data l’opportunità di dedicare una serata all’astrofisica. Del resto “Il Mondo” di Pannunzio, pur essendo un giornale con cromosomi soprattutto politici e letterari, anche senza ricordare il pionierismo ecologico di Cederna, aveva comunque alla base il Dna della Ragione. E sappiamo quanto di questo Dna ci sia ancora bisogno.

Giovanni Spadolini e Pier Franco Quaglieni
Giovanni Spadolini e Pier Franco Quaglieni nel 1982
Pier Franco Quaglieni e Mario Soldati
Pier Franco Quaglieni e Mario Soldati nel 1982

Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”