Erica Scroppo
Quaglieni ha sempre visto chiaro

Prima del ’68, grande spartiacque temporale oltre che politico della nostra generazione, l’interesse studentesco e in generale giovanile per la politica era molto di nicchia. A Torino la lotta politica ci divideva ,ma ci accomunava indipendentemente dalle ideologie che non portavano mai allo scontro. La Resistenza era sentita da tutti, nel mio liceo, il d’Azeglio, predominava un’atmosfera gobettiana; a livello cittadino ricordo Pier Franco Quaglieni come liberale tradizionale e decisamente all’antica nelle idee e nell’atteggiamento. Come molti altri poco a poco mi radicalizzai spostandomi verso il marxismo e il massimalismo che avrebbe generato “Sessantotto” e gruppi. Nel ’68 io ero “Movimento Studentesco” e lui imperversava con “il suo Pannunzio”. Per quanto tutta Che Guevara, Cuba Libre e Vietnam Rosso, ricordo di averlo ammirato per la coerenza e la fermezza con cui resisteva a fischi e sberleffi nelle assemblee divenute di colpo oceaniche.

Ci ritrovammo anni dopo entrambi insegnanti alle Superiori, io invisa alla Preside – che consideravo fascista perché conservatrice e amica di Sogno – lui, suo beniamino. Io nel PCI di Berlinguer, lui sempre pannunziano. C’era rispetto reciproco a distanza.

Ci siamo infine rivisti – miracoli di Facebook! una trentina d’anni dopo: lui sempre con le stesse idee che oramai dopo decenni nella patria del liberalismo, l’Inghilterra, anch’io condivido. Non mi pento né rinnego il mio passato: a che serve vivere se non si capiscono i propri errori e non ci si evolve? Ammiro però chi come Quaglieni ha sempre visto chiaro e non ha mai tentennato di fronte a mode e pressioni di gruppo.

piastrella dedicata al Centro “Pannunzio”
La piastrella dedicata al Centro “Pannunzio”, firmata da Pier Franco Quaglieni, apposta sul famoso “muretto” di Alassio ideato da Mario Berrino (2012)

Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”