Giovanni Conso
interprete autentico di Pannunzio

Tanti anni di intensa attività culturale, quali hanno sin qui nobilmente caratterizzato l’operare del Centro “Mario Pannunzio” in Torino sotto la costante direzione di Pier Franco Quaglieni, con larga risonanza anche in ambito nazionale ed internazionale, meritano bene un momento di riflessione, che, sintetizzando al massimo, sappia andar oltre il pur ricchissimo inventario delle iniziative realizzate con appassionata sagacia. Non saprei trovare una sintesi migliore di quella tracciata dalla sapiente penna di Giovanni Spadolini: “Con dedizione commovente, quasi con fedeltà all’esercizio di una missione, Quaglieni contribuisce in maniera determinante a difendere la lezione di Pannunzio, tramandandola alle generazioni più giovani”. Dal giorno in cui così puntuali parole sono state tanto autorevolmente pronunciate è ormai passato qualche tempo, ma la loro incisiva efficacia, lungi dall’affievolirsi, si è arricchita di altri positivi riscontri in una continuità che non ha conosciuto soste, a riprova dei valori ad essa sottesi, in piena adesione agli intenti ispiratori di Arrigo Olivetti, carismatico fondatore e di Mario Soldati successivo non meno aulico presidente.

Si potrebbe addirittura aggiungere che, nel fluire di questi anni, tanto intensamente vissuti in nome del Centro, tra Pier Franco Quaglieni e Mario Pannunzio si è venuta progressivamente a determinare una sorta di comune idealità, nel senso di un accostamento così immediato da far sì che, quando, in una città politicamente e socialmente di forte sentire quale è da sempre Torino, si parla dell’uno il pensiero va inevitabilmente anche all’altro.

Come negare, del resto, che, proprio “per difendere la lezione di Pannunzio”, concetto centrale della testimonianza spadoliniana, Quaglieni ha dovuto farsene dapprima allievo, poi propugnatore, infine interprete autentico, in un succedersi di ruoli legati da un comune, continuo nesso di fedeltà all’insegnamento o, se si preferisce, al modello pannunziano, che, al tempo stesso, sostanzia ed illumina ogni altro dei tanti impegni da lui via via onorati: dall’insegnamento all’attività di pubblicista, dalla direzione della rivista “L’eco della scuola nuova” fondata da Gaetano Salvemini, alla collaborazione a “La Nuova Antologia” ed a “Nord e Sud”, dalla pubblicazione di opere storiche alle personali partecipazioni ad iniziative editoriali collettanee, quali il Grande Dizionario Enciclopedico dell’Utet, la collana

Quaderni laici, La storia di Torino, La storia del Parlamento italiano, ed altre ancora. Sino a meritargli premi di assolutamente coerente significato: dal “Sigillo della Città di Torino” al “Salvemini”, dall’“Arrigo Benedetti” all’“Ernesto Rossi” e, in sede internazionale, dal “Voltaire” al “Tocqueville”, tanto per limitarci a quelli più aderenti allo spirito informatore del suo amatissimo Centro “Pannunzio”. Perciò, come non concludere se non augurando di cuore ad multos annos sia per il Centro sia per chi lo dirige!

Giovannino Russo, Pier Franco Quaglieni, Enzo Bettiza
Da sinistra Giovannino Russo, Pier Franco Quaglieni, Enzo Bettiza, il Sindaco di Torino Valentino Castellani, che ha premiato il direttore del Centro “Pannunzio” per i suoi 30 anni di direzione (1998)

Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”