Sandro Chiaramonti
la sua passione civile

Scrivere di Pier Franco Quaglieni (che definirei solo così, senza titoli nè aggiunte: Pier Franco Quaglieni) è la cosa più facile e difficile assieme. Più facile perchè su di lui si potrebbe scrivere un romanzo, più difficile perché altri, certamente, sapranno farlo meglio di me. Così, di lui vorrei ricordare la passione, che salta fuori forte dai suoi scritti ma, soprattutto, nei suoi interventi pubblici. Quando si alza, sistema il microfono, guarda la sala. Poi inizia a parlare con calma; segue una scaletta che ha impressa nella mente e che a poco a poco stravolge lasciandosi guidare, appunto, dalla passione. Più che guidare, travolgere dalla passione, senza calcoli, senza compromessi. Mi piace, e capisco che siamo all'apice dell'intervento, quando cambia tono, ingrossa la voce e, con una gestualità sempre più accentuata, sottolinea il suo pensiero e pone l'accento su ciò che più gli sta a cuore. L'ultimo passaggio è l'ira, quando sembra battere i pugni (a volte li batte davvero), per denunciare con forza qualche ingiustizia. Fra tante, mi è piaciuta la battaglia per Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni, i due ragazzi in carcere in India. E l'incrocio dello sguardo con i genitori di Tomaso in prima fila (è successo più volte) è l'ultimo tratto che di Pier Franco Quaglieni vorrei ricordare.

Francesco Cossiga
Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga in visita al Centro “Pannunzio”, ricevuto dal suo Direttore (1991)

Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”