Franco Cravarezza
la Cultura come scelta di vita

Il mio incontro con il professor Quaglieni lo posso definire una favorevole nemesi storica, contrasto in termini per affermare in modo eclatante che era scritto nelle stelle e previsto dalle cose, quando con il Comando della Regione Militare Nord ebbi la possibilità di incrociare l’attività istituzionale di promozione della Forza Armata propria del Comando con la vulcanica attività culturale del Centro “Pannunzio” sulla piazza di Torino. I saloni austeri e storici del Circolo Ufficiali di Palazzo Pralormo, in corso Vinzaglio 6, costituirono il luogo d’incontro ideale e la preparazione storicoculturale all’appuntamento celebrativo del 150° anniversario dell’unità nazionale l’occasione propizia.

Così, dopo periodici incontri di varia cultura promossi dal Centro “Pannunzio” all’interno del Circolo Ufficiali di Presidio, nacque dalla fervida iniziativa del Direttore Quaglieni il progetto “Scripta manent. I libri che hanno fatto la storia”, una organica serie di convegni serali a cadenza mensile organizzata in collaborazione tra Comando Regione Militare Nord e il Centro “Pannunzio” su libri di memorialistica, poesia, prosa e tematiche che hanno avuto una particolare rilevanza nella storia del Risorgimento italiano. L’attività culturale, preceduta dall’inquadramento storico – militare del periodo a cura di personale militare del Comando e accompagnata anche da rappresentazioni artistiche, recitative e musicali, fu sviluppata al Circolo Ufficiali di Presidio, aperta al pubblico e offerta, in orario differenziato, anche alle Scuole. Programma a partire dal febbraio 2010 fino a giugno 2011 e, attraverso conferenzieri docenti e professori come lo stesso Pier Franco Quaglieni e Giovanni Ramella, Barbara Ronchi della Rocca, Giusy Audiberti, Franco Mazzilli, Carla Piccoli, Andrea Maia, Luisa Cavallo, Willy Beck, Arnaldo di Benedetto, Ornella Pozzi, riguardò una lettura criticodivulgativa di scelte opere del periodo storico dall’inizio Ottocento fino ai primi del Novecento, che già con il semplice titolo evocano le fasi valoriali, patriottiche, culturali e sociali di un lungo e vivace periodo di gestazione nell’Italia e degli Italiani: Le Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo; Marzo 1821 di Alessandro Manzoni; Le mie prigioni di Silvio Pellico; La canzone all’Italia di Giacomo Leopardi; Dei doveri dell’uomo di Giuseppe Mazzini; Il primato di Gioberti, Delle speranze d’Italia di Cesare Balbo e Notizie naturali e civili su la Lombardia di Carlo Cattaneo; Noterelle di uno dei Mille di Giuseppe Cesare Abba; Le confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo; Ode al Piemonte di Giosuè Carducci; Poemi del Risorgimento di Giovanni Pascoli; Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro; Il mulino del Po di Riccardo Bacchelli; I miei ricordi di Massimo d’Azeglio; Il mio Carso di Scipio Slataper; Con me e con gli Alpini di Piero Jahier; Cuore di Edmondo De Amicis; Ricordanze della mia vita di Luigi Settembrini; I vecchi e i giovani di Luigi Pirandello; Notturno di Gabriele d’Annunzio; I Viceré di Federico de Roberto; L’allegria di Giuseppe Ungaretti; Storia d’Italia di Benedetto Croce; Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa; Io, Costantino Nigra. L’unità d’Italia narrata da un protagonista dimenticato dalla Storia di Roberto Bavero.

Le presentazioni diventarono appuntamenti attesi e frequentati per una crescita congiunta e una condivisa sensibilizzazione verso le celebrazioni dell’Unità, ma anche occasione per approfondire sinergie e conoscenza reciproca, sensibilità e convinzioni. Tra queste la percezione e l’onore di aver incontrato un professionista della cultura che ne ha fatto scelta di vita, convinzione profonda e chiara distinzione di campo, basata su ricerca storica, precisi riferimenti nei grandi Maestri della Cultura italiana e forte e assertiva personalità. Quarantacinque anni offerti a un ideale alto di cultura e alla sfida aperta al qualunquismo irriverente e irrispettoso di storia e valori. Ne sono stati per me esempi esemplari l’aver fatto appassionatamente risorgere Fiori rossi al Martinetto di Valdo Fusi, l’aver sdoganato in molteplici occasioni le Divisioni alpine del Comandante Mauri e la coraggiosa serie di sette appuntamenti, ancora al Circolo Ufficiali di Torino tra febbraio e novembre 2012, sul tema “Militari e Guerra di Liberazione” con lo scopo primario di valorizzare il fondamentale e prezioso contributo dell’Esercito Italiano alla riconquista dell’Italia e di libertà e dignità. Gli incontri, promossi dal Comando Regione Militare Nord e dal Centro “Pannunzio”, iniziati con l’ultima Lectio Magistralis del Professor Raimondo Luraghi a ricostruire la lotta per la libertà e l'indipendenza dell'Italia dopo l'8 settembre 1943, hanno visto autorevoli conferenzieri illustrare ed approfondire avvenimenti storici e le figure di personaggi di particolare rilevanza per il periodo di interesse del ciclo di conferenze, da Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo a Enrico Martini Mauri, da Raffaele Cadorna agli Internati Militari Italiani in Germania, per concludere con il ricordo del “Generale Giuseppe Perotti ed il primo Comitato Militare del C.L.N. piemontese”.

La mia esperienza con il Professore continua ancora oggi in molte e per me preziose occasioni di approfondimento su temi e personaggi della nostra storia che mi arricchiscono e stimolano per l’alto livello di presentazione che il suo Centro “Pannunzio” sa dare alle cose e di una in particolare mi fa piacere, oltre al resto già di per sé meritevole, dare atto e gratitudine: il caloroso e emozionante sostegno per l’appuntamento del marzo 2012 nella Sala consigliare regionale di Palazzo Lascaris per celebrare i settant’anni della epopea in terra di Russia con uno dei suoi più esemplari protagonisti viventi, Monsignor Italo Ruffino, centenario Cappellano Militare della Divisione Torino nel periodo novembre 1942 – gennaio 1943 sul Don, con la presentazione del suo libro Bianco rosso e grigioverde. Un cappellano militare: tre mesi in Russia e venti mesi in attesa della Liberazione.

Un grande grazie dal mondo militare e mio personale, cui si aggiungono anche sentimenti di stima e amicizia, per le tante chiare e anche coraggiose lezioni di storia, di coerenza e di carattere che offrono preziosi strumenti interpretativi del nostro passato ma anche di conoscere l’uomo appassionato e innamorato della cultura e del professionista preparato e inesauribile protagonista del mondo culturale italiano, anche sintetizzato dalla immagine di presentazione della prima serie di interventi al Circolo Ufficiali in quel passato 17 febbraio 2010 “il cittadino di oggi formato dall’esperienza valoriale del suo passato”.


Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”