Gianni Romeo
un’amicizia viva e il rapporto con il Circolo della Stampa
Caro professore,
mi hai cambiato la vita. Ricevetti un paio di anni fa un tuo scritto dove chiedevi, forse è meglio dire suggerivi, ad altre istituzioni cittadine la collaborazione per gemellarsi nella difficile battaglia della cultura.
Da soli non si va più da nessuna parte di questi tempi, dicevi. Tradotto, l’unione fa la forza. Uniamoci, rispose il Circolo della Stampa. Abbiamo fatto un bel percorso insieme. Anzi, a essere onesti, noi molto spesso camminando nel solco tracciato dalla tua vivacità intellettuale. Voglio chiudere queste poche righe augurali per il tuo prestigioso anniversario, una vita alla guida del Centro “Pannunzio”, da dove ho cominciato, con una considerazione del tutto personale. Mi hai cambiato la vita, quasi totalmente assorbita dalle logiche della professione di giornalista sportivo e dagli impegni istituzionali del mio Circolo. Ho riscoperto valori lasciati al liceo e all’università, dove ormai si era depositata troppa polvere. Ho riscoperto il piacere e la seduzione di leggere libri eccellenti e di ascoltare la tua prosa dirompente. Ho scoperto te, e il “Pannunzio”. Lunga vita a tutti e due.
