Luigi Parodi
l’amicizia con Mario Soldati

È impossibile pensare al Centro “Pannunzio” così com’è, senza la presidenza ventennale di Mario Soldati.

Con Soldati Pier Franco Quaglieni ha avuto una lunga amicizia durata fino agli ultimi giorni della vita del Maestro.

Si erano conosciuti attraverso il comune sodalizio con il francesista Mario Bonfantini, al momento della fondazione del Centro, anche se Soldati entra nella storia attiva del “Pannunzio” a partire dal 1980, quando ne diventa presidente in un momento difficilissimo per il sodalizio. Un elemento importante, che consolidò il rapporto tra lo scrittore e il giovane Quaglieni, fu la poetessa Liana De Luca.

Ma tra Soldati e Quaglieni l’amicizia profonda andò anche oltre il Centro “Pannunzio”, attraverso la frequentazione della casa milanese e soprattutto della villa soldatiana di Tellaro dove spesso Pier Franco era ospite nei fine settimana.

Soldati dedicò a Pier Franco tutti i suoi libri con frasi affettuose e profonde e tra loro si creò un rapporto di confidenza eccezionale tra persone di così diversa età ed autorevolezza.

Soldati ad un certo punto considerò Quaglieni una sorta di suo “fiduciario” torinese insieme ad un cugino.

Non è un caso che la famiglia Soldati lo designò presidente del Comitato scientifico per il centenario della nascita dello scrittore nel 2006, quando Quaglieni promosse nell'Aula Magna dell’Università l’unico grande evento nazionale del Centenario.

Pier Franco ha scritto alcuni articoli su Soldati che restano dei punti di riferimento obbligati per conoscere lo scrittore-regista.

Sono famose le lunghe telefonate che lo scrittore faceva all’amico alle 7 della mattina, confidando anche fatti, sentimenti e valutazioni molto riservati. In quelle occasioni il Maestro gli confidava anche valutazioni su persone che non avevano saputo rispettare in lui il grande torinese.

Da ricordare, a questo proposito, un grande festeggiamento per gli 85 anni promosso dai dirigenti del Museo del Cinema, non esente purtroppo da meschinità che addolorarono molto Soldati, malgrado il merito indiscusso dell’assessore alla cultura Marzano che di Soldati si rivelò sempre amico. Il Salone del Libro di Torino si rifiutò addirittura di festeggiare Soldati, suscitando un’aspra polemica che rischiò di sfociare in una querela da parte di Quaglieni nei confronti di chi gli rispose con un’arroganza davvero stucchevole, insultando per iscritto Soldati.

E' stato Quaglieni a difendere Soldati nel 2007, quando venne accusato di aver firmato a suo tempo il manifesto contro il commissario Calabresi, non esitando a testimoniare della vera e propria “estorsione” della sua firma.

E' stato Quaglieni, d’intesa con il Sindaco Valentino Castellani (che volle, ad una settimana dalla sua scomparsa, intitolare una via torinese al grande scrittore), a promuovere una grande festa per i 90 anni del Maestro all’Archivio di Stato di Torino con la partecipazione, tra gli altri, dell’amico Enrico Paulucci. Subito dopo quella manifestazione Quaglieni partì per Tellaro per partecipare alla festa per il compleanno di Mario.

Quando ormai non riusciva più a parlare, il Maestro gli faceva telefonare dalla sua segretaria perchè voleva sentire la sua voce.

Mario era un uomo dolcissimo con gli amici e Pier Franco ha potuto vivere quella dolcezza riservata solo agli intimi come Bonfantini, de Blasi e pochi altri.

Fu un sodalizio intellettuale e affettivo eccezionale. Una volta lo accompagnai in macchina a Tellaro e dopo un pranzo con pesce freschissimo e vino bianco eccezionale, Mario e Pier Franco e sua moglie Mara trascorsero un pomeriggio nella straordinaria biblioteca del maestro: Mario sceglieva alcuni libri, ne leggeva un passo e discuteva con l’amico di poesia, letteratura ed arte, per poi passare alla buona tavola,alle donne, a quella che Soldati definiva la “gioia di vivere”. In quell’occasione Soldati donò a Mara e Pier Franco un suo libro di poesia con una dedica dolcissima che io ebbi il privilegio di leggere.

Quaglieni fu l’unico a sapere subito della morte di Mario e l’unico ammesso ai suoi funerali torinesi strettamente privati. Ma fu anche colui che, dopo qualche mese, ricordò, con una grande manifestazione, il Maestro e l’amico carissimo sulla sua tomba invitando i torinesi a parteciparvi. Il Sindaco Castellani, il prefetto Moscatelli, l’assessore Ugo Perone furono protagonisti di quella mattinata soldatiana al cimitero.

Sempre al cimitero fu Quaglieni nel 2006, insieme alla presidente della Regione Mercedes Bresso, alla presenza dei gonfaloni delle principali città piemontesi, a ricordare lo scrittore nel centenario della nascita.

E nel 2011 il presidente del Consiglio comunale Castronovo ha accolto la proposta di Quaglieni di scoprire una lapide ai Murazzi di Po per ricordare che Soldati a sedici anni si gettò nelle acque gelide del fiume per salvare un coetaneo.

Fu Stefano Morelli a seguire con competenza e dedizione assidua tutta la pratica che incredibilmente si era arenata nel 2006.

Anche in quell’occasione fu Quaglieni a ricordare l’amico alla presenza delle maggiori autorità, se si esclude il Sindaco e gli allievi delle scuole torinesi i cui presidi non ritennero di inviare una delegazione di studenti. Lodevole eccezione fu la presenza di una delegazione della Scuola Allievi Carabinieri e dell’Istituto Sociale, di cui Soldati fu allievo.

A scoprire la lapide fu il figlio prediletto di Mario, l’avvocato Michele Soldati, che morirà circa un anno dopo e che dispose che i suoi funerali fossero celebrati nel tempio della Gran Madre, di fronte alla lapide del Padre ai Murazzi.

Anche in quell’occasione fu Pier Franco a ricordare con parole commosse Michele e Mario uniti nel ricordo di una grande amicizia.

Non a caso Soldati dedicò una sua fotografia a Pier Franco, scrivendo solo queste parole: Per sempre.

E così è stato per davvero.

Recensione articolo


Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”