Umberto Zussini
il 2011 di Quaglieni

Quaglieni, storico del Risorgimento cresciuto alla scuola di Venturi e Galante Garrone, ma idealmente soprattutto a quella di Federico Chabod, di Rosario Romeo e di Walter Maturi, è stato partecipe attivissimo delle manifestazioni per il 150° dell’Unità d’Italia nel 2011. Oratore efficace e di fascino, ha girato l’Italia da Bolzano a Trapani, da Imperia a Napoli per ricordare il Risorgimento e in particolare la figura di Cavour a cui in quello stesso anno ha dedicato un libro in collaborazione con Girolamo Cotroneo.

Ha accettato anche gli inviti nei piccoli centri, da Pollone nella mitica biblioteca ‘Benedetto Croce’ a tante località liguri minori, tanto per citare un esempio.

Invitato da tanti Rotary, è andato in giro a parlare di Risorgimento, coinvolgendo centinaia di persone.

E' rimasto vivo il ricordo che dopo un appassionato discorso in piazza CLN a Torino, nell’intervallo di un concerto dei bersaglieri nel giugno 2011, si è accasciato al suolo ed è stato portato via dal 118 tra gli applausi e la commozione di una piazza plaudente. Il concerto venne interrotto per rispetto nei suoi confronti, ma i giornali torinesi ignorarono l’episodio che rivelava la dedizione appassionata che era giunta fino al logoramento fisico.

Componente del Comitato Nazionale per le onoranze del Conte di Cavour per i duecento anni dalla nascita, si è posto a disposizione per conferenze e lezioni in tante scuole che lo hanno invitato e i cui studenti hanno avuto modo di ascoltare un docente fuori ordinanza come lui.

Ricordo che si è battuto – inutilmente – con l’allora Sindaco di Torino alcuni anni prima del 2011 – perché venisse almeno restaurata la tomba al Conte di Salmour, strettissimo collaboratore di Cavour, lasciata in totale abbandono. Quaglieni, riprendendo gli studi di Alessandro Luzio, è anche intervenuto sull'appropriazione indebita che parte della Massoneria ha fatto nei confronti del Risorgimento.

E' stato altresì offensivo che gli sia stata negata la responsabilità commissariale dell'Istituto savonese per la Storia del Risorgimento, vacante da molti anni, per ostilità nei confronti della persona da parte di chi il Centro “Pannunzio” premiò anni prima con un riconoscimento che si rivelò certamente immeritato.

Il 17 marzo 2011 ha voluto dedicarlo tutto alla sua amatissima Alassio: tenne un discorso straordinario di fronte a circa mille persone, introdotto dall'assessore alla Cultura Monica Zioni che sostituì il sindaco facente funzioni, il quale preferì lo sci all'obbligo di celebrare la storica data. Quaglieni quasi sempre improvvisa, peccato che quel discorso non sia stato registrato perchè davvero meritava di essere riascoltato. Nella mente di tanti alassini e di tanti turisti la sua parola fece breccia e rimase nel loro ricordo.

A Torino ambienti interessati lo invitarono poco, ma il successo raccolto in tutta Italia, lo ha ricompensato di una certa freddezza da parte di persone che, senza titoli, vorrebbero monopolizzare una disciplina per cui non avrebbero diritto neppure di interloquire.

Un’eccezione importante fu il Circolo Ufficiali dove organizzò, insieme al Generale Cravarezza, un importante ciclo di incontri sul tema “I libri che hanno fatto l’Italia” aperto da una sua lectio magistralis su Letteratura e Risorgimento. Altra eccezione quella del Circolo della Stampa dove si tennero due concerti risorgimentali della Corale di Castiglione nell’intervallo dei quali intervenne Quaglieni che parlò anche con Dacia Maraini e Mirella Serri a Palazzo Ceriana Mayneri di donne e Risorgimento.

Ma il 2011 rappresenta anche lo scoprimento, per merito soprattutto di Stefano Morelli e della sua tenacia, della lapide ai Murazzi di Po in ricordo del giovane Mario Soldati, che salvò un coetaneo dalle acque del fiume in piena e la presentazione della nuova edizione di Fiori rossi al Martinetto di Valdo Fusi da lui curata con la prefazione del Procuratore Generale della Repubblica Marcello Maddalena.

In quello stesso anno ricordò davanti al Consiglio provinciale di Cuneo, convocato in seduta ufficiale, la Medaglia d’Oro Enrico Martini Mauri che Quaglieni ricordò in un clima di evidente freddezza ad Alba e che ricordò ancora nell’autunno, quando il Presidente del Consiglio comunale di Torino Ferraris inaugurò, nel centenario della nascita del mitico comandante dei ‘partigiani azzurri’, come li definì Bobbio, via Martini Mauri, alla presenza delle maggiori autorità militari.

Anche Fusi e Mauri, disse Quaglieni, furono uomini del Risorgimento, del nuovo Risorgimento volto a restituire libertà, dignità e indipendenza all’Italia oppressa dal dominio fascista e tedesco.


Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”