Raccontare l’esperienza “ligure” di Pier Franco Quaglieni dal mio punto di vista è facile ed impegnativo allo stesso tempo.
Facile perché la dedizione, l’autorevolezza e l’entusiasmo con i quali il prof. Quaglieni si è sempre occupato delle vicende della sezione del Ponente ligure che rappresento, sono sempre state al massimo grado e quindi sarebbe più che agevole parlarne.
Più impegnativo perché non è certo facile aggiungere o comunque dire cose relativamente “nuove” alle tante che già provengono da ogni persona che abbia avuto la fortuna di conoscere ed apprezzare la persona e l’operato del direttore del Centro “Pannunzio”.
Difficile anche perché non è opportuno e neanche forse possibile (oltre che riduttivo) scindere l’attività di indirizzo e di stimolo “locale” da quella a più ampio respiro, a carattere nazionale del prof. Quaglieni.
Perché lo spirito e le attività del Centro hanno tutte gli stessi caratteri peculiari: quelli di fornire cultura e divulgazione, di essere luogo ed occasione di libero scambio di idee, nel rispetto delle opinioni e dei convincimenti di ognuno.
Sono quasi due anni che il prof. Quaglieni mi ha gratificato della sua amicizia e della sua considerazione.
Mi era noto naturalmente già di fama e per aver io assistito a diverse sue conferenze, certo è che la conoscenza e la frequentazione personali sono ben altra cosa, permettono di conoscere ed apprezzare l’uomo, oltre che lo storico e lo studioso.
Occuparmi del “Pannunzio” Ligure per me significa un grande onore, un grande impegno ed una grande responsabilità.
Ho avuto in questo modo l’occasione di lavorare a stretto contatto con il prof. Quaglieni, e con il direttivo tutto del Centro, ho potuto incontrare relatori e personalità di chiara fama, sono entrato a far parte, in un certo senso, in modo “attivo” di un mondo, quello culturale, del quale ero e sono sempre stato essenzialmente fruitore ed appassionato.
Di tutto questo devo ringraziare solo Pier Franco Quaglieni.