Emilio R. Papa
l’amicizia tra Arpino e Quaglieni

Nel 1970 Pier Franco Quaglieni seguiva il mio corso di storia dei partiti politici all’Università di Torino. Era uno studente attento, ed il suo entusiasmo giovanile nel seguire gli argomenti che trattavo e che dibattevo a fine lezione con chi voleva trattenersi a discutere con me, tradivano chiaramente il suo fervore per le posizioni liberali di sinistra di Mario Pannunzio. Del quale era costante seguace. Gli piaceva ch’io fossi stato in contatti di studio con l’uomo della “terza forza” (fra cattolici e comunisti: una linea politica troppo avanzata, troppo in anticipo rispetto ai tempi di sviluppo della democrazia italiana di allora…e forse ancor più rispetto a quella di adesso!).

Nel 1982 mi invitò a prendere parte ad un dibattito ch’egli aveva organizzato nel suo Centro “Pannunzio”. Mi incuriosì il tema: una questione relativa …ad una rivoluzione tramviaria (!) la quale era stata realizzata tradendo tutta una storia – oltre che criteri di buon senso nel rendere servizio ai cittadini – fatta di ricordi letterari, artistici, e di memorie intellettuali cittadine. Lui era andato a rispolverare questi ricordi, e mi invitava a prendere parte alla discussione, al fianco di Giovanni Arpino, grande amico di Quaglieni.

Compresi subito il perché di quel nome: Arpino in un suo romanzo ch’io ben conoscevo (e ch’è fra i più significativi della metà del Novecento in Italia; e che mi venne poi ricordato, era stato da me citato – chissà perché – in una chiacchierata di fine lezione) aveva scritto di quel percorso cittadino, e certo, anche di quelle linee tramviarie, legandola a romantici incontri di due suoi originalissimi personaggi.

Conobbi così due cose: la dedizione del mio ex allievo alla sua Torino (portata poi avanti con grande passione nel culto delle memorie e nelle proposte per una cultura avvenire della città); Giovanni Arpino (un personaggio profondo, di una sua grande sensibilità; scrittore, e giornalista – in tal’ultima veste non sempre riconosciuto e compreso da chi …avrebbe avuto tutto l’interesse a riconoscerlo ed a comprenderlo).

Bolognese, fra due piemontesi, quella sera vissi un’esperienza memorabile: l’avvenimento, ignorato dai giornali, vide ancora a notte ormai inoltrata un pubblico enorme ad ascoltare ed a discutere: gente anche per strada, la quale si accontentava di quanto poteva udire da un altoparlante, con buona pace della quiete notturna.

Forse quella sera divenni anch’io torinese (dopo oltre dieci e più anni ch’ero a Torino): nel nome di una linea tramviaria, e di due personaggi autentici: il mio ex allievo, il quale stava divenendo un eccezionale promotore di cultura nella nostra città; ed un personaggio di una sua malinconia sottile e di una sua grandezza, del quale divenni amico.

Pier Franco Quaglieni
Pier Franco Quaglieni con Raimondo Luraghi per i novant’anni del Maestro al Liceo “Cavour” che festeggiò il compleanno del suo illustre ex Allievo per iniziativa della Preside Mariaclelia Zanini

Testimonianze su Pier Franco Quaglieni
per i suoi quarantacinque anni di direzione del Centro “Pannunzio”